Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s'ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi.

Indro Montanelli, “Stanza” del 20 febbraio 1996

martedì 10 giugno 2008

Gigante


Sono stao all'incontro con Marco Travaglio a Bra (CN) per la presentazione del suo libro "Se li conosci li eviti" (edizioni Chiare Lettere) scritto a quattro mani insieme a Peter Gomez.

Non intendo nasconderlo: ammiro profondamente il Giornalista Marco Travaglio.

Perchè? Non ve ne frega un menga, lo so, ma io ve lo dico lo stesso.

Lo ammiro perchè in un'Italia di giornalisti striscianti, servi e totalmente incapaci di creare una critica ha la faccia di continuare a fare il lavoro per cui è pagato. Non un eroe. E' una persona che fa come deve il suo lavoro. In un paese di fannulloni, arrivisti, opportunisti, raccomandati, censurati e censori è una cosa degna del massimo rispetto. All'estero probabilmente si mescolerebbe ai tanti ottimi professionisti che svolgono questa professione. In Italia è una mosca bianca.
Nell'Italia dei bigotti, dei mafiosi e dei collusi raccontare le cose ti espone al rischio.
Non sto parlando delle minacce (che Travaglio, dietro domanda del pubblico, ha dichiarato di non aver mai ricevuto) ma a quelle di essere etichettato.
Ogni nostra azione ci porta a farci incollare addosso delle etichette da parte della gente e, in maggior misura, quando hanno un eco mediatica di questa portata.
Non solo da parte di chi critica il suo operato ma anche di chi lo sostiene. Perchè le etichette più difficili da scollarci di dosso non sono quelle dei nostri detrattori ma di coloro che ci sostengono.
Ed è qui che nasce la mia ammirazione per Travaglio: lui fa il suo lavoro. Le etichette non gli si incollano addosso. Scivolano via, lavata dall'imparzialità del suo operato. Non intendo dire che non ha preferenze politiche: dico che racconta le cose per come stanno, indipendentemente dal fatto che faccia piacere o meno al suo iterlocutore sentirle.

Si è dimostrato molto disponibile durante la serata: ha risposto alle domande, argomentando (cosa incredibile nel Belpaese) i fatti di cui ha parlato. Un professionista insomma.
E quando a fine serata se ne è andato, tranquillo come uno qualsiasi, per un istante mi è sembrato un gigante.


Spendo due parole a proposito di Legambiente che ha invitato Travaglio a Bra.
La serata non è andata nella direzione che speravano: Travaglio da professionista qual è si è rifiutato cortesemente di rispondere alle domande in tema di ambiente su cui non aveva competenza. Per questo motivo Legambiente è stata relegata al ruolo di tappezzeria e questo mi è dispiaciuto assai. Comunque vedo che Legambiente si fa sentire sul territorio, quindi d'ora in avanti sarà oggetto della mia attenzione.

Alla prossima, gente.

*Foto: Marco Travaglio & Grilli Cuneesi
Siti di interesse: Voglio Scendere - Grilli Cuneesi

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